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La ladra

Giulia Galluppi ha letto per noi

TOBINO 1984 La ladra

Titolo: La ladra

Autore: Mario Tobino

Anno pubblicazione prima edizione: 1984

Casa editrice: Mondadori (collana Oscar Scrittori del Novecento)

Genere: romanzo breve

Trama:  Una contadina di brutto aspetto, poco curata, entra a servizio in una casa di campagna, presso una ricca signora. Tutto è normale, nulla accade di straordinario che non sia già letto in tanti romanzi del genere. L’Assunta, questo è il nome della contadina, è per la ricca signora motivo di gioco, di provocazione: l’aristocratica tenta di redimere la donna sgraziata, cerca di farne una signora; la mette al corrente dei suoi disegni, le insegna a leggere, ad amare sete e gioielli, le confida persino di averle riservato un posticino nella bella grafia del suo testamento. Da qui scatta una molla nel cuore dell’Assunta. Se prima nessuno l’aveva trattata come persona, come essere umano, la signora mettendo il suo nome tra le cose del privilegio, ne ha dato forma diversa, quasi centrale, tra quegli ori e gioielli, tra quella condizione e quella ricchezza. Il tarlo rode, fino alle fondamenta. Assunta gioca con le gioie della signora, diventa una seconda padrona, avverte dentro di sé che quel patrimonio un poco le appartiene. Assunta- sconvolta dal pensiero che il suo nome sia stato cancellato dal testamento- su consiglio della sorella e con l’aiuto di un mago, ruba tre anelli dal comò della signora per consegnarli all’uomo in cambio dell’informazione tanto cercata e desiderata, fino a non farla più dormire. È un gesto che rituffa nel volgare la contadina, candidata ad una redenzione assurda. L’azione precipita. Investigazioni, interrogazioni, tutto fa ricadere la colpa sull’Assunta. Questa è cacciata dalla villa con il titolo infamante di “ladra”. Ma il romanzo di Tobino cresce proprio in questo istante. Quando la signora avverte che il suo gesto , quello di capovolgere una condizione per redimere la contadina, in effetti ha avuto esiti disastrosi, si è rivelato un vero fallimento. Perché se è facile rubare gioielli, più difficile è rubare sentimenti: “Rimase a lungo a riflettere, a rimembrare, a tentar di trovare un nocciolo di quella storia, se l’Assunta era veramente una ladra, una comune ladra di anelli, una che casualmente si è trovata raggirata o invece un essere umano per tanti anni in schiavitù che non resiste al soffio, al vento, al bagliore di liberi sentimenti, trova così accecante la luce della fratellanza che ne fugge, la rifiuta, ne ha paura, non ci crede, non ci vuole credere, più allegro, non gravante, naturale, più felice lo stato di prima, con le catene del lavoro ma senza interrogazioni, senza dover ricambiare sentimenti, senza dover rispondere con commozione alla bontà, senza che mai nel proprio volto si debba affacciare la gratitudine, la riconoscenza, la fedeltà”.

Personaggi: Personaggio principale di questo romanzo è Assunta, una donna abbastanza brutta, con il volto un po’ angoloso e un occhio storto che la rendeva strabica. Essa è sposata con Giobetto, anch’esso  uomo povero di campagna. Altro personaggio di rilievo è la signora, una donna di ampie vedute e con idee socialiste che le offre lavoro presso la sua villa, comprandole un paio di occhiali ed insegnandole a leggere. Grazie ad essa, l’Assunta impara finalmente a conoscersi, a prendere coscienza di sé e del mondo che sta fuori.  Un giorno però, su consiglio della sorella, Assunta si reca presso il mago di Poggibonsi, un uomo di cui si sono servite molte persone, tra cui la sorella stessa, per avere risposte a domande che tormentano gli animi. Emblematica è la prima frase del libro: “ C’è da domandarsi se ogni essere umano, piombato in particolari circostanze, non può essere dominato dalla magia, credere a particolari influssi come in antico si imploravano gli dei”. 

Ambientazione: La vicenda si svolge nella campagna toscana del primo dopoguerra.

La ladra - Evergreen

Tematiche: Tematica fondamentale del romanzo in questione è la semplicità dei sentimenti umani e il loro mutamento nel corso del tempo.  La protagonista della vicenda infatti preferisce tornare al suo stato iniziale in cui viene trattata più da animale che da essere umano ma in cui non è costretta a vivere provando sentimenti piuttosto che avere un trattamento più umano ma essere consapevole che questo la porterà a provare anche il minimo sentimento verso altre persone.

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Commento personale: Un romanzo breve, semplice, con una trama lineare in cui sono presenti pochissimi personaggi, lo stile è essenziale e la storia semplice e di facile lettura. Non è sicuramente tra le opere maggiori di Tobino, ma in questo breve racconto egli è in grado di tirar fuori tutta la sua semplicità di analizzare i sentimenti umani, di coinvolgere il lettore per fargli scoprire l’anima dei personaggi in modo da comprenderli totalmente. Una storia molto semplice, quasi un romanzo popolare ma che racchiude nelle poche pagine un significato molto profondo. Soprattutto attraverso i personaggi della signora e di Assunta, egli riesce a delineare con semplici parole le loro ansie, i loro pensieri, le loro gioie e le loro delusioni. In particolar modo la descrizione del personaggio di Assunta, denotata soprattutto dal cambiamento che la stessa avrà all’interno della storia, vuole portare ad una riflessione sui sentimenti umani.  Ma davvero si può vivere meglio escludendo i sentimenti dalla propria esistenza?  Nonostante il dolore, la tristezza, il malessere che spesso i sentimenti portano nella vita umana, è impensabile poter vivere senza. A volte si può desiderarlo ma poi, alla fine, ci si rende conto che senza i sentimenti la vita non potrebbe mai essere definita tale, o almeno, non avrebbe nemmeno senso viverla.