La brace dei Biassoli
Sara Pasino ha letto per noi
Titolo: La brace dei Biassoli
Autore: Mario Tobino
Anno pubblicazione della prima edizione : 1956
Casa editrice: Garzanti, gli elefanti
Genere:autobiografico, lirico
Trama: All’incombere della morte della madre di Tobino, egli si reca a Vezzano Ligure dove la madre ha deciso di trascorrere i suoi ultimi giorni. Qui l’autore ripercorre le storie di tutti i Biassoli di cui sua madre è l’ultima erede. Inizia quindi a descrivere i componenti della famiglia e in particolare a rievocare i ricordi della sua infanzia. Parla della zia Anna, della zia Virgina e della sua tormentata e platonica storia amorosa con Virginio, della dolce zia Lisetta e del suo peccato per aver sposato un vedovo, del ribelle Oscare e dello zio Alfeo che cacciandosi in alcuni guai durante la sua gioventù, firma una scandalosa cambiale. La narrazione si articola quindi in una serie di racconti sui famigliari e si conclude con la morte della madre.
Personaggi: Mario Tobino, la madre Maria che è il personaggio principale e poi tutti i parenti di Tobino in linea materna, quindi i Biassoli.
Ambientazione VezzanoLligure, nel 1947 anno della morte della madre
Tematiche:
Affetto nei confronti della madre e particolare attenzione alla genealogia della sua famiglia e alle storie dei Biassoli. In questo testo l’autore presenta i Biassoli con estrema introspezione e realismo, parlando delle loro storie, del loro passato, dei loro peccati e dei loro dolori. Si incentra soprattutto sui legami che li uniscono, legami di profondo amore, come quelli tra la madre Maria e le sorelle, rispetto nei confronti della figura paterna, ma legami da un certo punto di vista molto fragili, come quelli con Oscare ( la vergogna della famiglia, perché è uno spirito ribelle ) o con Alfeo (che rovina la sua carriera e la sua fama mettendosi in affari con don Niente). Questa fragilità è un elemento tipico dei Biassoli, che muoiono tutti abbastanza precocemente; solo Maria sembrava essere scampata da questo destino. Infatti ad un certo punto del libro si dice che Maria, avendo spostato il padre di Tobino si è allontanata dai Biassoli. E in un certo senso è stato così, perché essendosi sposata ha lasciato Vezzano Ligure e la sua famiglia e si è dedicata al marito e ai figli. Ed è con la morte che si ricongiungerà con la sua famiglia poiché muore appunto nella casa dei Biassoli. Il tema della morte è particolarmente rilevante in quest’opera; viene presentata non come un elemento oscuro ed angoscioso, ma più come una rassegnazione. Tobino capisce che è il momento di lasciar andare la madre, che ha fatto tutto ciò che poteva per i figli e che ora non si preoccupa più per loro. La morte è il momento di incontro con i Biassoli, Maria è l’ultimo componente rimasto vivo della sua famiglia, ma ora è arrivato anche per lei il momento di andarsene. Un altro elemento importante collegato con la morte della madre è il concludersi di tutte le vicende dei Biassoli, ogni storia viene svelata, tutto viene perdonato e raggiunge un equilibrio.
Commento personale
La brace dei Biassoli è un commovente racconto dei Biassoli, parenti di Tobino in linea materna. E’ una composizione in prosa, con una netta presenza di poesia, soprattutto nel modo di articolare i periodi, per esempio in molte frasi viene omesso il verbo . E’ particolarmente efficace la tecnica narrativa che riesce a trasmettere al lettore l’intento di Tobino, cioè quello di parlare della sua famiglia, ma soprattutto dei legami tra i componenti di essa. Soprattutto la conclusione del racconto, che svela alcuni misteri della storia, fa capire al lettore il senso della vita e anche della morte per la famiglia Biassoli.
Letture critiche
“Un mondo provinciale, sospeso tra il dramma e l’idillio fermato con un arte, che nella gentilezza del tocco, nelle ombreggiature e nelle luci, ha la profondità calma e dolente di Manet… Una recherche tutta nuova , percorsa da sussulti imperiosi, da repentine rivolte, da un amore disperato dell’esistenza.”
Niccolò Gallo
La brace dei Biassoli – il dramma di una famiglia destinata a scomparire- Mario Tobino – Oscar Mondadori, Giulio Einaudi Editore- 1956
“Non si dice del bello e del poetico, nel senso più gentile, che è il proprio di questo scrittore, sbocciato da ruvida scorza. A certi squilli argentini, a certe immagini prorompenti, si pensa ad un Pascoli nuovo; come la bruschezza e nettezza del dettato ci avverte di una lettura di classici: quelli più stretti e legati; e sopra ci fa le fioriture ( che sia lodato anche di questo!).Infine trattasi di un fatto di sintassi e di stile assai complesso: a carattere lirico, in senso verticale, e di una forza sorgiva.”
Giuseppe De Robertis
La brace dei Biassoli – il dramma di una famiglia destinata a scomparire- Mario Tobino – Oscar Mondadori, Giulio Einaudi Editore- 1956
“Nella Brace dei Biassoli il nucleo passionale, il motivo dell’aggressione è dato dall’ l’amore per la madre. “ le mie radici bevevano Biassoli” dice. Partendo da questo stimolo e da questo personaggio, Tobino si allarga ai parenti, sorelle e zie, all’ambiente, al paese, ai conoscenti, al paesaggio, a quella campagna ligure, evocando fatti e fatti, personaggi minori, creando un piccolo universo. Vi sono anche qui bozzetti apparentemente staccati, come quelli della Rò di Cavana e di suo figlio bastonato dai fascisti e fuggito, o di Giovanni lo zoppo, colpito alla gamba dalle forbici scagliate dalla madre. Ma entrano nell’atmosfera favolosa dell’insieme, che scaturisce dal nucleo materno, da quella sorta di lontananza poetica, matrice di elegia e di rimpianto, quale in particolare si ricava dalle pagine sulla morte della madre, che per la loro lucidità acquistano valore di esame di coscienza e di messaggio.”
Claudio Marabini
La brace dei Biassoli – il dramma di una famiglia destinata a scomparire- Mario Tobino – Oscar Mondadori, Giulio Einaudi Editore- 1956
Un viaggio, quello di Tobino, sentito, doloroso, epico nella descrizione dei territori dove la stirpe dei Biassoli ha avuto inizio, vita, fine. Nei deserti sassosi, negli assolati silenzi, riecheggiano tracce del Pavese più intimo, quello de “La luna e il falò”, romanzo che ha in comune con questo proprio il tema del ritorno alle origini. Per Tobino è un ritorno straziante, e tuttavia arricchente; un rimpatrio che dà coscienza, insegna, illumina. E la scrittura è adeguata. Grave, stringata, sempre con un che di solenne, quasi a voler sottolineare l’unicità di chi è stato. Tobino non lesina comunque critiche anche dure: “(mia madre) era ritornata nel nido di quell’ egoismo e minata saggezza che ha come compito di rifiutare la vita…”, riproponendo anche in questo caso la particolare e un po’ patetica immagine di certe genealogie di stampo patriarcale che si sentivano rivestite di una superiore funzione morale rispetto ad altre, altre che per contro erano “prive di consapevolezza….torbido lo specchio delle loro virtù.”
http://www.alfonsogariboldi.it/unlibroinquindicigiorni/206-mario-tobino-la-brace-dei-biassoli.html