FUTURA PALERMO – Arcipelago delle lingue e delle culture
Un viaggio all’insegna del multiculturalismo, delle lingue, dei colori, odori e sapori di una terra che vive di storia e passioni.
Inizia il viaggio della delegazione del Liceo Crespi – Eleonora C. 3 AC, Aicha B. 3 ASU, Hajar L. 4 AL-Matteo O. 3 AC, Lorenzo C. 3 BC -Giacomo R. 3 CL e il Prof. Luca Belotti alla scoperta di Palermo, dei paesaggi linguistici, reali e interiori, espressi nella toponomastica dei luoghi di migrazione, incontro, speranze e sogni, dominazioni e commistioni di sapori e saperi.
Come moderni viaggiatori, cantastorie di epoche passate, ci addentriamo nei quattro quartieri storici della città, fondata dai Fenici intorno al VII secolo a.c. che le diedero il nome Zyz, fiore o splendente, e che deve il suo attuale nome al greco antico πᾶς, pâs, “tutto” e ὅρμος, hórmos, “porto”, «ampio porto».
Ci muoviamo lungo la via principale, il Cassaro dall’antico nome arabo al Qasr (la fortificata), per scoprire i segreti delle 4 parti storiche della città, per osservare e analizzare nell’intimo il paesaggio urbano ed emotivo, per coglierne l’essenza e valorizzarne le peculiarità ripercorrendo le orme dei più famosi predecessori …
Fenici, Romani, Bizantini, Arabi, Normanni, Francesi, Spagnoli …
Si avvia così la nostra mappatura percettiva tra Kalsa, Albergheria, Seralcadio o Capo e La Loggia, nei vicoli, piazze, palazzi decadenti, Regge, tra le più antiche residenze reali del vecchio continente e loggiati segreti riportati a nuova vita.
Le strade, i viottoli, le piazze riecheggiano di storie, canti, amori e tragedie, di lingue apparentemente mute ma che improvvisamente prendono vita.
Ci raccontano di Eloisa, nobildonna vissuta tra il XII e XIII secolo, e dei suoi pregiatissimi dolci a forma di frutta colorata realizzati in pasta di mandorle, o di Meimuna, donna Araba che fuggì alle cattiverie del marito e per la quale venne persino scatenata una guerra. Prima nella Storia a sottrarsi alle violenze domestiche.
Ascoltiamo le gesta di donne esperte in incantesimi e veleni, fattucchiere e streghe, che con i loro intrugli acquosi solevano cambiare il corso della storia e dell’infelicità coniugale e di sapienti Madri della città che più volte ne incarnarono la rinascita.
Avvertiamo ovunque la presenza di un animo femminile, delicato e al contempo forte che si accende di colori, suoni e canzoni, sapori e saperi.
Camminiamo a lungo, ci addentriamo nei vicoli, capillari linfatici di questo organismo vivente, improvvisi, i dialetti, vernacoli vitali, si fanno strada nel paesaggio sonoro.
Ci rendiamo immediatamente conto, un flash improvviso, di come il linguaggio non possa avere solamente una funzione dichiarativa.
Suoni e odori, mercati e colori, stoffe cangianti e ceramiche dipinte, spezie e aromi dalle provenienze incerte, rughe e occhi vivaci, storie e vissuti, ne trasmutano lo scopo. Connotano il percepito.
La mappa emotiva e soggettiva si arricchisce di ulteriori essenze.
Il viaggio prosegue nell’incredulità e nell’aspettativa…
La curiosità si fa sempre più vivida, osserviamo la compenetrazione degli stili architettonici, ci soffermiamo su come le culture dei popoli, diverse e apparentemente lontane nel tempo e nello spazio, siano tuttora presenti e manifeste nei toponimi, nell’etimologie dei nomi, nei decori e mosaici, nella luce che ne muta gli aspetti.
Percepiamo come i diversi aspetti linguistici siano in realtà diverse sfumature di uno stesso paesaggio che da reale diviene interiore, intimo, riflessivo.
Siamo stupiti e attoniti di come conoscenze e sensi estetici, lingue e tradizioni, si siano fusi e abbiano saputo di volta in volta conservare il bello precedente e arricchirlo di significati polisemantici e valoriali.
E’ forse questo il senso vero dell’inclusione? Accogliere l’altro affidandoci all’altro? Individuare nell’altrui esperienza di vita tratti valoriali che ci appartengono? Riconoscere e ospitare le altrui emozioni?
Palermo ne è la testimonianza.
La città al centro del Mediterraneo, il mare nostrum, ponte tra continenti e culture, sapori e saperi ci ha accolti avvolgendoci con una miscellanea di forme ed essenze. Un Florilegium multiculturale.
Al termine dei lavori ai nostri ragazzi non resta che esporre davanti alla commissione gli esiti di questo viaggio. Incredibili le esposizioni e le capacità di sintesi e lettura dei contesti.
Il gruppo, capitanato da Giacomo R. – 3 CL, risulta vincitore e a lui viene affidato il compito di illustrare l’intero laboratorio al ministro e alle autorità presenti.
Che Emozione! Siamo fieri di voi ragazzi!
Un ringraziamento speciale All’istituto Pascasino di Marsala e alla splendida Dirigente Anna Maria Angileri .