PROGETTO MEDITERRANEO
progetto con i coetanei siriani rifugiati nel campo di Domiz
PROGETTO MEDITERRANEO
Se vivessi in un campo profughi come te, cosa farei? Che cosa vorrei? Mettersi nei panni degli altri è difficile, ma ci si può provare. E’ quello che fanno i ragazzi del liceo Crespi di Busto Arsizio, in provincia di Varese, che stanno portando avanti un progetto con i coetanei siriani rifugiati nel campo di Domiz, in Iraq, l’unico attrezzato per le scuole superiori, con 20 classi di 50 ragazzi ciascuna. Il Crespi è uno dei 10 istituti di Milano e dintorni, che insieme a 11 stranieri partecipano all’iniziativa molto interessante: Mediterraneo, lo specchio dell’Altro, promosso da Cipmo, il Centro per la Pace nel Mediterraneo. “Tra i ragazzi sopravvivono troppi stereotipi sui conflitti in quest’area, troppi pregiudizi. Abbiamo pensato di metterli a confronto con gli altri, perché capirli vuol dire conoscere se stessi”, mi spiega Janiki Cingoli, direttore del Centro. Il progetto è molto bello, e sta andando avanti spedito, con incontri a tu per tu tra gli insegnanti dei diversi Paesi, seminari, visite dei ragazzi al Parlamento europeo (che è tra i promotori). Ma quel che conta di più, è il lavoro nelle scuole, e la scoperta di altri mondi, come il campo di Domiz. “L’anno scorso avevamo iniziato con qualche contatto via Skype, ma ora Domiz non è più una tendopoli, è un campo stabile, più attrezzato” dice Daniela Cerana, insegnante del liceo Crespi. 2Quest’anno lavoreremo molto su pagine protette di Facebook e su WhatsApp; tutti i ragazzi siriani hanno un cellulare, perché è l’unico modo per tenersi in contatto con i parenti sparsi nel mondo.Metteremo a confronto la loro routine quotidiana con quella dei nostri studenti, i loro sogni.I nostri spiegheranno cosa vuol dire, per loro, sentirsi liberi.Ma abbiamo già capito una cosa: questi adolescenti siriani hanno una voglia pazza di studiare, soprattutto Medicina e Scienze Politiche. Vogliono laurearsi all’estero, fare pratica ma soprattutto hanno un obiettivo: tornare in Siria”. Tra i tanti progetti di Mediterraneo lo specchio dell’Altro, vale la pensa di segnalare, oltre a quello con gli studenti del liceo italiano di Casablanca (sempre del Crespi), anche”La città ideale” del Primo Levi di S. Donato Milanese, che coinvolge anche 5 classi del liceo francese Manuba di Tunisi e del Terrasanta College di Nazareth. Di alto profilo l’obiettivo: riuscire a scoprire la distanza tra città reale e ideale, capire cosa manca, in quella di oggi. C’è già un blog in italiano, francese e inglese, ci sarà un video dibattito. “Ogni gruppo di lavoro costruirà un pezzo della propria città ideale e alla fine del percorso ci sarà una ricostruzione in 3D con un personaggio che attraverserà questa città dei sogni” dice la professoressa Adele Neri del Primo Levi. Due bei percorsi, guidati da insegnanti motivate e appassionate. Ah, dimenticavo; per questo lavoro, sono assolutamente volontarie.
http://blog.iodonna.it/scuola/2015/11/04/la-pace-nel-mediterraneo-parte-dagl